La Alessandro Corno s.n.c. è una ditta organaria Artigiana brianzola che con le proprie conoscenze e con le capacità acquisite e tramandate da oltre mezzo secolo progetta, costruisce e restaura organi a canne di qualsiasi sistema.
La Alessandro Corno s.n.c. progetta e costruisce organi a canne, esegue restauri filologici, studia e progetta importanti modifiche tecniche per il miglioramento e l’evoluzione degli organi a canne
Ogni lavoro svolto è stato affrontato con le nostre forze, senza risparmio di tempo e di energie, con la nostra rinomata serietà, professionalità e precisione che ci ha da sempre contraddistinto e che ci ha permesso di ottenere, durante tutti questi anni, un particolare apprezzamento da parte della committenza.
A differenza della modernità attuale, dove ogni prodotto viene fornito dall’industria in modo preconfezionato, la nostra ditta artigiana continua a produrre organi la cui progettazione e lavorazione viene svolta totalmente al nostro interno.
Infatti, seguendo questa linea, già nostro padre Alessandro aveva studiato, sperimentato e costruito dei somieri a tiro con un sistema di scarico e di tenuta realizzato all’interno della coperta con del particolare feltro intelato; negli anni ’80 avevamo progettato e prodotto dei centralini di accoppiamento e di memoria a micro relè polarizzati che riducevano di molto gli ingombri semplificando drasticamente anche i collegamenti elettrici.
Più avanti abbiamo avuto forse per primi l’idea di costruire tutta l’incastellatura portante degli organi meccanici utilizzando in sostituzione del legno, robuste putrelle e profilati di materiale ferroso in modo che la delicata e complessa meccanica trasmissiva non risentisse più delle variazioni dimensionali del legno e rimanesse così, una volta regolata, immutabile nel tempo.
Sempre in tema di organi a trasmissione meccanica desideravamo ricordare il nostro capolavoro: il nuovo organo della chiesa di Merate dove per la prima volta abbiamo progettato e costruito una trasmissione meccanica in materiale aeronautico completamente supportata su cuscinetti a sfera in esecuzione schermata. Pensate che in questa “macchina musicale” ne sono stati utilizzati più di 1000!
La difficile progettazione e realizzazione di questa particolarissima meccanica che, a causa delle tolleranze centesimali ha richiesto una lavorazione attenta e accurata, ha ampiamente superato ogni nostra aspettativa poiché ha conferito all’organo di Merate un tocco, una prontezza, una precisione, una omogeneità e una silenziosità difficilmente superabile.
Conviene ricordare che sempre in questo organo, con una attenta progettazione e disposizione dei somieri maestri siamo riusciti a realizzare anche per il secondo manuale una meccanica di tipo sospeso.
Anche nel Grand’organo della Basilica di Seregno c’è una particolarità tutta nostra; infatti i due nuovi grandi somieri a tiro del Grand’organo sono stati progettati e costruiti con un sistema a doppio ventilabro ad apertura frontale contrapposta.
Riteniamo inutile in questa sede ripetere la motivazione di una tale idea poiché la troverete chiaramente spiegata nella sezione relativa al restauro del Grand’organo della Basilica di Seregno. Crediamo che sia per ora sufficiente sapere che con questo sistema si ha un migliore riempimento di aria nel canale del tasto.
È per noi una vera soddisfazione poter garantire ancora oggi a distanza di sessant’anni dalla costruzione del primo organo a canne, per mano di nostro padre Alessandro, che le cose non sono affatto cambiate e quindi è per noi un grande piacere offrire alla committenza un prodotto finito che deriva dall’esperienza sessantennale del nostro marchio.
Ogni strumento, anche il più piccolo che esce dalla nostra solida azienda famigliare è fabbricato in modo perfetto come esemplare unico.
Così ci ha insegnato nostro Padre Alessandro e su questa strada vogliamo proseguire al fine di mantenere in vita il nostro modo di vedere l’organaria così come è stato fatto sinora e cioè con opere di alta qualità e pregevole fattura tali da poter preservare questa arte, la nostra arte: l’arte organaria italiana.
Dalla Fabbrica d’organi Corno Alessandro
alla Alessandro Corno s.n.c.
Alessandro Corno, fondatore della ditta, ha appreso questa arte sin dalla giovane età (14 anni) presso la prestigiosa ditta organaria “Fratelli Aletti” di Monza nata nel 1849 per mano di Carlo Aletti.
La ditta Aletti fu attiva per un secolo e fu molto nota sul territorio italiano ed estero per avere lavorato in questo lasso di tempo a 600 organi. A causa della particolare ubicazione del sito produttivo (era infatti attiguo alla stazione ferroviaria) durante il secondo conflitto mondiale la “Fratelli Aletti” subì danni materiali tali da non riuscire a risollevarsi nel periodo post bellico.
In questo periodo di crisi, verso la fine di dicembre del 1947, la ditta Aletti chiuse definitivamente i battenti e nostro padre, acquisiti alcuni macchinari e utensili della ditta dove lavorava, si mise a costruire organi in proprio formando una società con Pietro Alzati che già da numerosi anni prestava la propria opera come cannifonista presso la casa organaria Aletti.
Purtroppo, dopo qualche anno, il socio Pietro si ammala e, data l’impossibilità di proseguire a lavorare come socio, nostro padre dovrà formare una ditta individuale che chiamerà Fabbrica d’organi Corno Alessandro.
Per ragioni logistiche nel 1968 il laboratorio produttivo viene trasferito nella nuova sede di Via S. Giacomo N° 35 a Bernate, frazione di Arcore, dove tutt’ora noi, i figli Donato, Antonio e Serafino, con amore e devozione continuiamo ancora in modo artigianale l’attività organaria iniziata da Alessandro Corno nel 1948.
L’arte organaria di Alessandro Corno è stata insegnata ai figli Donato, Antonio e Serafino, che oggi la continuano con identica passione e competenza
Ognuno dei figli ha assorbito e anche sviluppato nel tempo l’enorme bagaglio culturale dell’arte organaria del padre conseguendo per ognuno una particolare competenza tecnica in modo da velocizzare il tipo di lavorazione richiesta; così le attività di lavorazione del legno vengono compiute da Donato, Antonio è invece il meccanico-disegnatore della ditta, mentre per quanto riguarda le competenze di tipo elettrico sono affidate a Serafino che ha da sempre raccolto, catalogato e sostenuto l’attività di famiglia.
Ovviamente tutti indistintamente abbiamo le stesse competenze cannifonistiche sulle operazioni di intonazione e accordatura; queste ultime importantissime e indispensabili conoscenze ci sono state pazientemente insegnate da nostro padre sin dalla giovane età.
Ci preme inoltre ricordare che la divisione delle competenze non implica assolutamente la mancata capacità di effettuare altre lavorazioni non assegnate poiché ognuno di noi è perfettamente in grado di svolgere in modo autonomo, qualsiasi attività di tipo organario sia questa di falegnameria, meccanica, elettrica, e cannifonistica.
I lavori più importanti
eseguiti da Alessandro Corno e dai figli Donato e Antonio
Il primo organo costruito dalla ditta Corno è stato fabbricato da nostro padre per la chiesa di Borgo Ticino (PV).
Successivamente a questa prima opera sono stati vari gli impegni per la costruzione di nuovi organi; ricordiamo per primo l’organo costruito per il convento dei padri carmelitani di Monza (Op. N°9) poichè una decina di anni fa, ha subìto le stesse identiche lavorazioni di riqualificazione messe in atto per Grande Organo della Basilica di Seregno.
Proseguendo nelle varie opere abbiamo:
Valle Guidino (LC), Torino, Montevecchia (LC), Cavenago (MI), Mezzocorona (TN), Belledo (LC), Barzanò (LC), Vanzaghello (MI) e Merate (LC).
Anche per quanto riguarda i restauri la ditta Corno è molto conosciuta per la qualità esecutiva prestata nello svolgimento di queste particolari e delicate lavorazioni che le hanno permesso già dal 1973 di effettuare il primo restauro filologico della regione Liguria (Organo Agati della chiesa di S. Pietro Savona).
Dopo questo primo avvio numerosi committenti del territorio Ligure si sono rivolti alla nostra ditta; Camogli (GE), Celle Ligure (SV), Genova, Loano (SV), Albisola (SV), Santa Vittoria di Libiola (GE), Riva Trigoso (GE), Santuario (GE).
Ovviamente anche nel nostro territorio lombardo abbiamo restaurato, con il benestare e sotto la direzione della soprintendenza alle belle arti, numerosi organi storici come ad esempio nelle Parrocchie di: Seveso (MI), Montevecchia (LC), Osnago (LC), Concorezzo (MI), Crebbio (LC), Cologno Monzese (MI), Agliate Brianza (MI), Capriano (LC), Olgiate Olona (VA), Barzago (LC), Grosio (SO) ecc, ecc, e, sebbene per alcuni di questi siano oramai trascorsi più di quarant’anni dal restauro, funzionano tutt’ora perfettamente.
La bottega di un chirurgo del suono
Articolo apparso sulla cronaca della Provincia de “Il Giorno” in data martedì 5 luglio 1988 – ARCORE / Da quarantasette anni vive e lavora in Brianza uno degli ultimi restauratori di organi antichi
Un laboratorio in cui è impegnata tutta «la stirpe» Corno, il padre, 62 anni, e i due figli – Un vero check-up agli strumenti
di LAURA ACCORDINO
ARCORE – Pensate a un chirurgo che sappia fare anche ricami preziosi. Oppure un antiquario che sia anche fabbro e falegname, che conosca un po’ di musica e che sia preciso come un orologiaio svizzero: i restauratori di organi antichi sono un po’ di tutto questo.
Non sono molte, in Italia, le botteghe artigiane specializzate in questo strano mestiere. In Brianza ce n’è un paio: a Sovico e ad Arcore. Quest’ultima è a carattere familiare: la passionaccia del padre, Alessandro Corno di 62 anni, ha contagiato prima il figlio Donato, di 31 anni, poi Antonio, di 22.
Alessandro Corno ha 47 anni di esperienza sulle spalle e nelle mani sapienti. Il mestiere l’ha imparato a 14 anni nella bottega Aletti di Monza, in via Solferino al numero 5. Era il ‘40.
Poi, dopo la guerra, il grande passo: un laboratorio in proprio, prima a San Fruttuoso, a Monza, e poi ad Arcore.
Casa e bottega: qui c’è la falegnameria, ma anche l’officina meccanica, perché per restaurare (o costruire) un organo bisogna saper fare tutti e due questi mestieri insieme.
«La prima cosa – spiega Alessandro Corno – è il sopralluogo, fatto insieme agli esperti della Soprintendenza. Poi l’organo viene smontato pezzo per pezzo, portato “a casa”. Qui inizia il restauro».
L’organo viene sottoposto ad un vero «check up»: i pezzi mancanti vengono sostituiti con pezzi rifatti seguendo scrupolosamente i modelli, ma anche i materiali, originali: noce o altri legni, osso per le tastiere, bronzo per i campanelli, ferro battuto… persino le serrature devono essere perfette, con i chiodi magari quadri.
Ma dove vi documentate? «Sui libri – prosegue Donato, uno dei figli di Alessandro Corno -, su documentazione di restauri analoghi che ci mette a disposizione la Sovrintendenza. Ma quel che conta è soprattutto il mestiere, l’esperienza».
Sono ancora loro, a lavoro ultimato, ad accordare lo strumento, saggiandone temperamento e intonazione. La sovrintendenza segue il restauro con controlli periodici e rigorosi.
Poi il grande momento quando l’organo (dopo 3 ma anche 9 mesi di lavoro, a seconda della grandezza e del numero dei registri) lascia la bottega dei Corno e torna a casa propria, dove viene rimontato.
E che emozione risentirne la voce antica, restituita alla purezza originale dalle mani, sapienti e delicate, di questi artigiani: «chirurghi» dei suoni.