Il 2015 è un anno molto importante per un’associazione come l’A.I.R.E. perché ricorre una data storica: il suo primo venticinquennale di Fondazione. L’AIRE infatti fu fondata il 9 giugno 1990 da un gruppo di diciotto appassionati della storia della radio, nonché collezionisti di radio d’epoca provenienti da varie regioni d’Italia che avevano deciso la nascita dell’AIRE regolarizzandola davanti a un notaio (Vedi Fig.1).
Ben presto altri numerosi appassionati (come il sottoscritto) hanno aderito all’iniziativa, portando man mano l’aire ad incrementare il numero degli iscritti sino a 2000 e a diventare una realtà come quella attuale che ne conta più di 700.
Uno dei fondatori: il Prof. Fausto Casi si è seriamente impegnato nella dura battaglia della conservazione del patrimonio storico delle radio d’epoca fondando, con il materiale tecnologico-elettrico racimolato durante gli anni, il museo delle telecomunicazioni di Arezzo: la storica sede nazionale dove l’A.I.R.E. ha iniziato i suoi primi passi (Vedi Fig.2).
Una ricorrenza così importante non poteva e non doveva passare inosservata e così il Prof. Casi si è nuovamente messo al lavoro per organizzare una manifestazione che ricordasse degnamente l’avvenimento.
La recente scomparsa dell’Ing. Franco Soresini, che non solo ho avuto il piacere di conoscere ma anche di frequentare personalmente durante gli ultimi anni della sua vita, ha dato l’idea al nostro Casi, suo carissimo amico, di dedicare a lui la ricorrenza del venticinquennale, organizzando un convegno e una mostra di apparecchi dei soci AIRE.
Devo ammettere che l’idea di dedicare il venticinquesimo AIRE all’Ing. Soresini è stata veramente un degno omaggio per una persona come lui, perché molti soci sono a conoscenza che Soresini, presidente onorario della nostra associazione, ha veramente dedicato tutta la sua vita alla radio.
I primi contatti con Casi (che conosco oramai da anni) li ho avuti a settembre del 2014 presso la tradizionale mostra scambio di Marzaglia; i suoi discorsi mi hanno trovato pienamente d’accordo sia per ricordarne la ricorrenza, sia per l’omaggio all’Ing. Franco Soresini; come socio, ho subito raccolto l’invito del caro amico Prof. Fausto Casi ad effettuare la mostra di alcuni miei apparecchi e di preparare per l’avvenimento qualche cosa di originale che rimanesse nei ricordi dei presenti; un oggetto che rappresentasse un po’ l’emblema del venticinquesimo A.I.R.E.
Come potevo fare per ottemperare a quanto mi ero prefissato? Dopo vari considerazioni mi si è accesa, come si dice, la classica “lampadina” cioè l’idea che da tempo mi girava per la testa: quella di inserire nell’altisonante di legno, che avevo faticosamente costruito qualche tempo prima, le iniziali della nostra associazione, coronate dalla cifra della ricorrenza 25° laccate con vernice in colore oro (Vedi Fig.3).
La “pensata” mi sembrava abbastanza buona e così mi sono messo subito al lavoro per ritagliare, montare e verniciare il tutto per tempo. Una volta finito il lavoro, ho scattato alcune foto e le ho inviate al Prof. Casi per sapere se potevo portare al museo la tromba con l’inserimento che avevo realizzato.
La risposta di casi non è tardata ad arrivare ed è stata da subito positiva. Ma la sorpresa più grande l’ho avuta il giorno che sono partito dal mio paese e sono arrivato ad Arezzo presso il museo delle telecomunicazioni, perché sulla porta dell’ingresso ho visto la fotografia dell’altisonante che avevo inviato qualche settimana prima, inserita nella stampa del manifesto dell’avvenimento! (Vedi Fig.4).
Al mio arrivo, Casi era proprio davanti al portone d’ingresso; la figlia Valentina era invece di servizio presso la portineria; la cordialità e l’accoglienza, sia per me come anche per mia figlia che ha voluto seguirmi, sono state veramente ineccepibili.
Dopo i primi saluti il caro Casi, vedendo che osservavo interessato il manifesto affisso sul portone, mi ha subito detto con la sua voce chiara e con il suo classico accento toscano «A Serafì hai visto che abbiamo messo il tuo altisonante nel manifesto?» io gli ho risposto che la mia sorpresa era stata grande nel vedere cosa avevano fatto ma lui prontamente mi ha interrotto dicendo «ma che sorpresa e sorpresa, sono stato io che sono rimasto sorpreso dell’idea che hai avuto e così ho deciso che questa sorpresa andava inserita nel manifesto».
A questo punto non mi restava altro che ringraziare; cosa che ho fatto più che volentieri e successivamente ho scaricato all’interno del museo il materiale da esporre che mi ero portato da casa (Vedi da Fig.5 a Fig.8).
Verso sera, finiti i preparativi, siamo andati a cenare con due altri soci AIRE: il presidente Carlo Pria e il capogruppo AIRE delle regioni Piemonte-Valle d’Aosta Andrea Ferrero che, anche loro come noi, erano giunti colà per partecipare all’evento (Vedi Fig.9-10).
Andrea Ferrero aveva portato per l’avvenimento la copia esatta degli apparecchi radio di Biagi; quelli della famosa tenda rossa (Vedi Fig.11).
Finito di cenare, ci siamo salutati e siamo andati a riposarci nella “Locanda di San Pier Piccolo” un grazioso locale caratteristico che il Prof. Casi si era premurato di prenotare anticipatamente (Vedi Fig.12). Il mattino dopo, sabato 13 Giugno, di buon’ora ci siamo recati nuovamente presso il museo per effettuare gli ultimi preparativi prima di aprire il convegno che, oltre alla ovvia presentazione effettuata dal Prof. Fausto Casi, ha visto anche la partecipazione di:
- Gabriele Falciasecca – Presidente della fondazione Guglielmo Marconi
- Barbara Vallotti– Direttore della fondazione Guglielmo Marconi
- Carlo Pria presidente dell’AIRE (Vedi Fig.13-14).
I soci espositori che avevano portato del materiale per effettuare la mostra sono stati il sottoscritto, l’amico nonché capogruppo AIRE del Piemonte Valle-D’Aosta Andrea Ferrero e il Socio Ivo Ciagli (Vedi Fig.15-16).
I relatori hanno esposto la situazione attuale per quanto riguarda la conservazione del patrimonio storico-tecnologico di materiale radio-elettronico. Alla conferenza si sono presentate un paio di TV locali che hanno fatto una nutrita intervista sia a Gabriele Falciasecca che a Fausto Casi (Vedi Fig.17-18).
Anche Alessandro, il figlio di Soresini, che è intervenuto alla manifestazione dietro invito di Casi, ha brevemente parlato di suo padre; ma il punto culminante del convegno è stato quando il nostro presidente Carlo Pria ha esposto ai presenti i suoi ricordi di Soresini, con non poca emozione, che lo ha portato verso la fine a dover interrompere il discorso (Vedi Fig.19-20).
Il tempo però passa velocemente; era già l’una inoltrata e il ristorante ci aspettava per il pranzo; il Prof Casi, una volta ultimati i lavori, ha dichiarato la chiusura del convegno, consentendo ai presenti di gustare una meritata pausa allietati dalla prelibata cucina toscana (Vedi Fig.21-22).
La partenza per Milano è avvenuta nel tardo pomeriggio, dopo avere ringraziato e salutato la cortese ospitalità della famiglia Casi e i soci rimasti del gruppo di Roma che erano intervenuti numerosi alla manifestazione.
Con questa ultima foto che non troverete nell’articolo, perché non fa parte del programma, mi sia consentito ringraziare personalmente il motore trainante della bellissima iniziativa per festeggiare i nostri primi 25 anni insieme. La mia speranza è e rimane quella di poter condividere e, allo stesso tempo, poter raccontare altrettanti momenti belli come questi.
Grazie Fausto!