Dopo alcuni contatti intrattenuti con la prof.ssa Moriello, docente di musica, sono stato invitato il 21/11/2012 presso la scuola media Lina Mandelli di Usmate/Velate (Vedi fig.1) per effettuare una mostra del prototipo inerente l’organo elettronico brevettato nel 1939 da Aletti Enrico (vedi LSP N° 3/2010) e dell’elettrodiapason sempre realizzato dallo stesso costruttore, nel 1941 (vedi LSP N° 2/2011).
Ho introdotto nella fase iniziale della mostra una breve presentazione della nostra associazione, motivando di fatto, che senza lo sprone promosso dall’AIRE per il recupero delle radio d’epoca, molte apparecchiature oggi esistenti sarebbero andate perse per sempre.
Fra queste rientrano, anche se non prettamente nel campo radio, ma comunque di fattura elettronica, le due apparecchiature oggetto della mostra ed in particolare assume una notevole importanza l’organo elettronico brevetto Aletti, in quanto unico esempio Nazionale esistente.
Partendo dalla produzione del suono generato, impiegando strumenti meccanici con canne d’organo di diversa tipologia, che mi ero portato al seguito, la mostra si è poi trasformata, naturalmente e materialmente, in una lezione a grandi linee su come si possa generare una frequenza acustica usando un oscillatore elettronico ed in questo caso specifico, usando una lampada al neon.
Le domande rivolte da parte degli alunni al sottoscritto sono state variegate e devo dire anche molto sensate; ciò che invece mi ha più stupito è stata la totale incredulità di molti, tra i quali l’insegnante, nel verificare che gli apparecchi presentati, una volta accesi, erano realmente perfettamente funzionanti.
Nella parte finale ho poi invitato tutti i presenti a curare il recupero e la salvaguardia del nostro patrimonio storico/tecnologico, preservando in particolare modo le nostre radio d’epoca da inutili distruzioni, perché considerate ormai da molte persone “vecchie” ed inutilizzabili.
E’ infatti proprio dalla scuola, che a mio avviso bisogna “RI-partire per divulgare e RI-formare” la cultura ed i valori oramai sbiaditi sulla conservazione e valorizzazione del nostro sopraccitato patrimonio storico/tecnologico e questo compito, per quanto possibile, (ed a maggior ragione in quanto socio dell’AIRE) è quello di portare la mia voce a chi verrà domani e sarà a sua volta impegnato nel tramandare questi importanti valori.