Restauro dell’organo a canne della chiesa parrocchiale San Giuseppe di Grosio (1995)

Sono qui pubblicati due articoli del dicembre 1995 sul restauro dell’organo a canne della chiesa parrocchiale di San Giuseppe di Grosio (Valtellina). Il primo è dell’ECO DELLE VALLI, il secondo è apparso sulla rivista VALTELLINA MAGAZINE.

Per entrambi gli articoli sono state pubblicate le pagine originali dell’epoca insieme alla riscrittura completa del testo per facilitarne la lettura.

Eco delle Valli: l'organo restaurato dalla ditta Alessandro Corno
L’organo Ettori (1801) restaurato

Vai al testo riscritto dell’articolo ECO DELLE VALLI
Vai al testo riscritto dell’articolo VALTELLINA MAGAZINE

Articolo Eco delle Valli sul restauro dell'organo a canne di Grosio
L’articolo originale dell’ECO DELLE VALLI sul restauro dell’organo di Grosio (clicca sull’immagine per ingrandirla)

Il testo riscritto dell’articolo ECO DELLE VALLI

“La voce dell’organo della chiesa di San Giuseppe in Grosio torna a cantare per Dio, riservando qualche piccola gioia anche a noi terreni”.

Così si esprime Sergio Dagasso, Presidente degli Amici della Musica di Sondalo, in merito all’avvenuto restauro del prestigioso strumento di scuola veneta, iniziativa promossa dal sodalizio d’intesa con la Parrocchia, il Comune ed i cittadini di Grosio e grazie al sostegno dell’Azienda energetica municipale di Milano.

Dopo anni di delicato lavoro, il “Veneziano” è infatti tornato all’antico splendore, grazie alle sapienti mani di maestri organari che, con amore, l’hanno rimesso a nuovo, “pompando” quel vecchio cuore malandato, lucidando anche gli altri…organi vitali logorati dai secoli.

E ora, dopo 40 anni di silenzio, l’organo smontato per la cura e rimontato da poco nella sua “casa” di San Giuseppe in Grosio, è tornato a suonare per Dio e per gli uomini.

La Chiesa di San Giuseppe in Grosio

L’organo di Grosio e la chiesa parrocchiale di San Giuseppe, hanno un filo comune e cioè l’arte, la cultura veneziana.

Flussi migratori secolari dalla Valgrosina verso la Repubblica di San Marco, direttamente accessibile attraverso il passo del Mortirolo, hanno infatti determinato oltre ad uno stretto rapporto commerciale, anche una forte influenza artistico-culturale.

Basti pensare che all’inizio del 600 a Venezia, risiedevano oltre duecento grosini impegnati in diverse attività, alcune anche di prestigio. La cultura locale ha quindi risentito di questa “influenza” veneziana, che trova testimonianza anche negli addobbi sacri donati dagli emigrati, oltre che appunto nell’organo realizzato nel 1800.

Eretta a partire dal 1620 la chiesa di San Giuseppe fu consacrata solo nel 1674 e dichiarata Parrocchiale nel 1818, in sostituzione della vecchia chiesa di San Giorgio.

Si tratta di uno degli edifici sacri più interessanti della valle, sia dal punto di vista architettonico che dello spazio, con un grande terrazzo davanti al quale si accede salendo ampie gradinate, mentre sulla destra si erge la torre campanaria.

Ancora oggi custodisce tele del 600, cornici lignee intagliate e dorate, specchi del 700, lampadari di Murano, numerosi arredi sacri in argento.

L’Organo

“Rissoltasi finalmente dallo zelo dé Devoti al Patriarca S.Giuseppe l’erezione dell’organo nella veneranda chiesa al di lui gloriosissimo nome innalzata”.

Questo documento datato 28 agosto 1799 rinvenuto recentemente, come spiega lo studioso Gabriele Antonioli, nella sagrestia della chiesa di San Giuseppe, al di là di altre ipotesi, chiarisce l’epoca dell’avvio dei lavori per la costruzione dell’organo in ogni sua parte.

Pulpiti ed arco trionfale furono eseguiti da Tommaso Petroboni di Vione in Valcamonica, intagliatore che, come spiega Antonioli, replicò l’opera nei primi decenni dell’ottocento presso la Parrocchiale di Sondalo.

L’affidamento dell’incarico fu firmato dall’artista alla presenza del Prevosto di Grosio, Martino Quetti e del canonico Luigi Sosio in qualità di Sindaco della Chiesa.

Unitamente a questo contratto, si è ritrovato anche quello relativo alla costruzione dello strumento, assegnato all’organaro Giovan Battista Ettori di Breno “da installarsi entro il 19 marzo 1802, per il prezzo complessivo di 9500 lire” con l’impegno a realizzarlo “come pratica Gaetano Callido di Venezia”.

Catalogato storico dalla Soprintendenza ai monumenti della Lombardia dal 1966 è sottoposto a vincolo conservativo.

Nella mappa degli organi valtellinesi, peraltro numerosi, quello di Grosio rappresenta un “unicum”, in quanto strumento di scuola veneta, a fronte dei tantissimi di scuola lombarda.

Fino al 1940 ha svolto egregiamente la sua funzione liturgica, ma poi gli anni, la stanchezza, lo hanno zittito, rendendone necessario un check-up, per sistemare quelle parti logorate dal tempo.

Da qui l’idea, anzi la scintilla partita dagli Amici della Musica di Sondalo nel 1988, forti anche dello straordinario succes-so di pubblico presente ai vari concerti proposti dal sodalizio, sempre più alla ricerca di spazi e di luoghi per poter proporre ai numerosi soci gli spettacoli.

Un “la” che ha subito trovato nella Parrocchia di Grosio, nel Comune, ma soprattutto nei fedeli cittadini di Grosio un ampio consenso per il restauro del “Veneziano”, un sogno reso possibile grazie alla sensibilità dell’ Azienda energetica municipale di Milano. L’ Aem che ha in Grosio la sua principale centrale di produzione idroelettrica, ha voluto così ulteriormente rinsaldare quel profondo, stretto legame con questa valle e la sua gente.

Il Comitato

Dalle parole ai fatti e l’idea, il sogno di poter far tornare l’organo di Grosio a suonare per Dio e per i terreni si concretizza. Si costituisce nell’ottobre del 90 un apposito “Comitato per il restauro dell’ organo della chiesa di San Giuseppe in Comune di Grosio”, presieduto da Don Gianfranco Pesenti, l’allora parroco, vice Sergio Dagasso, Presidente degli Amici della Musica di Sondalo.

Ne fanno parte Gabriele Antonioli, Padre Bonaventura Businaro, Filippo Furnari, Egidio Pruneri, Amedeo Giuseppe Pruneri, Giacomo Rinaldi. Membro di diritto l’allora sindaco di Grosio, architetto Fausto Pruneri. Negli anni sono poi subentrati nel Comitato il nuovo parroco, Don Pietro Agnelli e il neo sindaco, ing. Antonio Pruneri, che con immutato entusiasmo hanno proseguito l’opera dei predecessori.

I lavori di restauro

il restauratore Alessandro Corno al lavoro
Il restauratore Alessandro Corno di Bernate di Arcore (MI) al lavoro

Il comitato, d’intesa con la Soprintendenza ai monumenti della Lombardia ha quindi proceduto dapprima alla individuazione della ditta artigianale, la fase forse più delicata, considerate caratteristiche e rarità dello strumento. Dopo numerosi sopralluoghi, con il parere favorevole degli esperti regionali, il Comitato ha affidato nel ‘91 l’intervento alla Ditta Corno di Bernate d’Arcore (Milano), famosa in tutta Europa per il restauro e la realizzazione di organi, condotta a livello familiare, un’arte tramandata di padre in figlio.

Il dr. Biagio Longo (AEM) riceve una stampa del rinnovato organo da Don Pietro Agnelli, parroco di Grosio
Il dr. Biagio Longo (AEM) riceve una stampa del rinnovato organo da Don Pietro Agnelli, parroco di Grosio

Ai primi di ottobre del ‘92, dopo l’ok della Soprintendenza e con sopralluogo dell’ispettore incaricato, l’organo è stato smontato completamente: canne, tastiere, registri, ecc.

Tutti i “pezzi” sono stati quindi trasportati presso il laboratorio della Ditta Corno di Arcore che nelle varie fasi del restauro si è avvalsa della consulenza e delle indicazioni della Commissione di tutela organi artistici della Lombardia.

Particolare della Cantoria
Particolare della Cantoria

Al maestro Stefano Gomiero l’onore dell’inaugurazione

Il maestro Gomiero durante il concerto
Il maestro Gomiero durante il concerto

(I.M.) Ne abbiamo già parlato la volta scorsa. La Parrocchiale di Grosio si è finalmente vista restituire il suo prezioso organo Ettòri (1801) di scuola veneta, che prima che fosse presa la decisione di restaurarlo era rimasto per decenni obsoleto e inutilizzabile.

Lo strumento era stato smontato nel 1992 per consentire alla ditta Corno di Bernate d’Arcore il delicato lavoro di ripristino.

La riconsegna alla comunità grosina non poteva che avvenire con un concerto solenne, tenuto sabato sera 2 dicembre dal giovane e brillante maestro Stefano Gomiero del Conservatorio “C. Pollini” di Padova.

Uno strumento rimesso a nuovo, il battesimo affidato a un musicista di talento, un pubblico attento e numeroso, la comunità grosina soddisfatta. Questa l’istantanea della serata.

Gomiero al termine dell’esecuzione
Gomiero al termine dell’esecuzione

Ad interessarsi di riattivare lo strumento furono, verso la metà degli anni Sessanta, gli allora neonati “Amici della Musica” e se oggi la Chiesa di San Giuseppe in Grosio torna a godere della maestosità e dello splendore del suo suono lo si deve a loro, al cospicuo contributo dell’ Aem e, naturalmente, alle premure dei tre parroci che si sono succeduti a partire da quel tempo: don Stefano Armanasco, don Gianfranco Pesenti e don Pietro Agnelli.

Applausi a non finire per Gomiero che ha messo in repertorio, oltre all’immancabile Bach, autori di più raro ascolto quali Buxtehude, Wesley e Sweelinck e altri grandi come Mozart, Frescobaldi, i due Scarlatti e Vivaldi.

Come hanno ben sottolineato le autorità che hanno brevemente preso la parola prima del concerto, la rivitalizzazione dell’Ettòri di Grosio costituisce motivo di soddisfazione per tutti coloro che amano la musica e hanno a cuore la salvaguardia del patrimonio liturgico, artistico e culturale della Valtellina.


L’articolo originale di VALTELLINA MAGAZINE sul restauro dell’organo di Grosio (clicca sulle immagini per ingrandirle)

Il testo riscritto dell’articolo VALTELLINA MAGAZINE

L’organo di Grosio e la chiesa parrocchiale di San Giuseppe – Testi di Irene Tucci, Foto di Luciano Franzini – Dopo 40 anni di silenzio torna a suonare lo straordinario organo della Chiesa di San Giuseppe a Grosio.

“La voce dell’organo della chiesa di San Giuseppe in Grosio torna a cantare per Dio, riservando qualche piccola gioia anche a noi terreni”.

Così si esprime Sergio Dagasso, Presidente degli Amici della Musica di Sondalo, in merito all’avvenuto restauro del prestigioso strumento di scuola veneta, iniziativa promossa dal sodalizio dell’intesa con la Parrocchia, il Comune ed i cittadini di Grosio e grazie al sostegno dell’Azienda energetica municipale di Milano.

Dopo anni di delicato lavoro, il “Veneziano” è infatti tornato all’antico splendore, grazie alle sapienti mani di maestri organari che, con amore, l’hanno rimesso a nuovo, “pompando” quel vecchio cuore malandato, lucidando anche gli altri…organi vitali, logorati dai secoli. E ora, dopo 40 anni di silenzio, l’organo smontato per il restauro e rimontato da poco nella sua “casa” di San Giuseppe in Grosio tornerà a suonare per Dio e per gli uomini.

LA CHIESA DI SAN GIUSEPPE IN GROSIO

Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe. The parish church of St. Joseph.
Chiesa Parrocchiale di S. Giuseppe. The parish church of St. Joseph.

L’organo di Grosio e la chiesa parrocchiale di San Giuseppe, hanno un filo comune e cioè l’arte, la cultura veneziana.

Flussi migratori secolari dalla Valgrosina verso la Repubblica di San Marco, direttamente accessibili attraverso il passo del Mortirolo, hanno infatti determinato oltre ad uno stretto rapporto commerciale, anche una forte influenza artistico-culturale.

Basti pensare che all’inizio del ‘600 a Venezia, risiedevano oltre duecento grosini impegnati in diverse attività, alcune anche di prestigio.

La cultura locale ha quindi risentito di questa “influenza” veneziana, che trova testimonianza anche negli addobbi sacri donati dagli emigrati, oltre che appunto nell’organo realizzato nel 1800.

Eretta a partire dal 1620, la chiesa di San Giuseppe fu consacrata solo nel 1674 e dichiarata Parrocchiale nel 1818, in sostituzione della vecchia chiesa di San Giorgio.

Si tratta di uno degli edifici sacri più interessanti della valle, sia dal punto di vista architettonico che dello spazio, con un grande terrazzo davanti al quale si accede salendo ampie gradinate, mentre sulla destra si erge la torre campanaria.

Ancora oggi custodisce tele del ‘600, cornici lignee intagliate e dorate, specchi del ‘700, lampadari di Murano, numerosi arredi sacri in argento.

The organ in St. Joseph’s parish church in Grosio

After forty years of silence, the extraordinary organ in the church of St. Joseph (San Giuseppe) in Grosio can now be heard again.

“The voice of the organ in the church of St. Joseph in Grosio is singing for God again, giving us mere mortals a little joy, too.”

These are the words that Sergio Dagasso, President of the Friends of Music of Sondalo, used to greet the completion of the restoration work on this important instrument of the Venetian school, a project that was promoted as an agreement between his society, the parish, and the town and citizenry of Grosio, with the support of the Milan Energy Authority AEM.

After years of delicate work, the “Venetian” has reacquired its originai splendour under the skillful hands of the organ masters, whose loving care has restored it, pumping lifeblood back into its sick old heart and polishing up all its other vital ‘organs’, that centuries of neglect had brought to decay.

So now, after forty years of silence, the organ that was dismantled for restoration and then recently painstakingly reassembled in its home, St. Joseph’s church in Grosio, will be played again for the joy of God and man.

[Irene Tucci]

L’ORGANO

Particolare di alcune canne all’interno dell’organo. Detail of some of the pipes inside the organ.
Particolare di alcune canne all’interno dell’organo. Detail of some of the pipes inside the organ.

“Risoltasi finalmente dallo zelo dé Devoti al Patriarca S. Giuseppe l’erezione dell’organo nella veneranda chiesa al di lui gloriosissimo nome innalzata”.

Questo documento datato 28 agosto 1799 rinvenuto recentemente – come spiega lo studioso Gabriele Antonioli – nella sagrestia della chiesa di San Giuseppe, al di là di altre ipotesi, chiarisce l’epoca dell’avvio dei lavori per la costruzione dell’organo in ogni sua parte.

Pulpiti ed arco trionfale furono eseguiti da Tommaso Petroboni di Vione in Valcamonica, intagliatore che – come spiega ancora Antonioli – replicò l’opera nei primi decenni dell’ottocento presso la Parrocchiale di Sondalo.

L’affidamento dell’incarico fu firmato dall’artista alla presenza del Prevosto di Grosio, Martino Quetti e del canonico Luigi Sosio in qualità di Sindaco della Chiesa.

Unitamente a questo contratto, si è ritrovato anche quello relativo alla costruzione dello strumento, assegnato all’organaro Giovan Battista Ettori di Breno “da installarsi entro il 19 marzo 1802, per il prezzo complessivo di 9500 lire” con l’impegno a realizzarlo “come pratica Gaetano Callido di Venezia”.

Catalogato come “storico” dalla Soprintendenza ai monumenti della Lombardia, dal 1966 é sottoposto a vincolo conservativo.

Nella mappa degli organi valtellinesi, peraltro numerosi, quello di Grosio rappresenta un “unicum”, in quanto strumento di scuola veneta, a fronte dei tantissimi di scuola lombarda.

Fino al 1940 ha svolto egregiamente la sua funzione liturgica, ma poi gli anni, la stanchezza, lo hanno zittito, rendendone necessario un check-up, per sistemare quelle parti logorate dal tempo.

Da qui l’idea, anzi la scintilla partita dagli Amici della Musica di Sondalo nel 1988, forti anche dello straordinario successo di pubblico presente ai vari concerti proposti dal sodalizio, sempre più alla ricerca di spazi e di luoghi per poter proporre ai numerosi soci gli spettacoli.

Un “la” che ha subito trovato nella Parrocchia di Grosio, nel Comune, ma soprattutto nei fedeli cittadini di Grosio, un ampio consenso per il restauro del “Veneziano”, un sogno reso possibile grazie alla sensibilità dell’Azienda energetica municipale di Milano.

L’AEM che ha in Grosio la sua principale centrale di produzione idroelettrica, ha voluto così ulteriormente rinsaldare quel profondo, stretto legame con questa valle e la sua gente.

IL COMITATO

Dalle parole ai fatti e l’idea, il sogno di poter far tornare l’organo di Grosio a suonare per Dio e per i terreni si concretizza.

Si costituisce nell’ottobre del ‘90 un apposito “Comitato per il restauro dell’organo della chiesa di San Giuseppe in Comune di Grosio”, presieduto da Don Gianfranco Pesenti, l’allora parroco, vice Sergio Dagasso, Presidente degli Amici della Musica di Sondalo.

Ne fanno parte Gabriele Antonioli, Padre Bonaventura Businaro, Filippo Furnari, Egidio Pruneri, Amedeo Giuseppe Pruneri, Giacomo Rinaldi.

Membro di diritto l’allora sindaco di Grosio, architetto Fausto Pruneri.

Negli anni sono poi subentrati nel Comitato il nuovo parroco, Don Pietro Agnelli e il neo sindaco, ing. Antonio Pruneri, che con immutato entusiasmo hanno proseguito l’opera dei predecessori.

I LAVORI DI RESTAURO

Il restauratore Sig. Alessandro Corno. The restorer, Alessandro Corno.
Il restauratore Sig. Alessandro Corno. The restorer, Alessandro Corno.

Il comitato d’intesa con la Soprintendenza ai monumenti della Lombardia ha quindi proceduto dapprima alla individuazione della ditta artigianale in grado di compiere il restauro; è stata la fase forse più delicata, considerate le caratteristiche e la rarità dello strumento.

Dopo numerosi sopralluoghi, con il parere favorevole degli esperti regionali, il Comitato ha affidato nel ‘91 l’intervento alla Ditta Corno di Bernate d’Arcore (Milano) famosa in tutta Europa per il restauro e la realizzazione di organi, condotta a livello familiare, un’arte tramandata di padre in figlio.

Ai primi di ottobre del ‘92, dopo l’ok della Soprintendenza e con sopralluogo dell’ispettore incaricato, l’organo è stato smontato completamente: canne, tastiere, registri, ecc.

Tutti i “pezzi” sono stati quindi trasportati presso il laboratorio della Ditta Corno di Arcore che nelle varie fasi del restauro si è avvalsa della consulenza e delle indicazioni della Commissione di tutela organi artistici della Lombardia.

L’INAUGURAZIONE

Il sogno, dunque, è diventato realtà: il “Veneziano” è tornato nell’ottobre scorso, alla sua originalità iniziale e rimontato nella sua “casa”.

Due sono stati gli appuntamenti che hanno segnato il grande evento. Il 2 dicembre è avvenuto il concerto d’inaugurazione con il Maestro Stefano Gomiero, diplomato con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “Pollini” di Padova, con un curriculum di tutto rispetto nonostante la giovane età.

L’8 dicembre è stata celebrata la solenne liturgia per la dedicazione dell’organo.