Per gentile interessamento del Prof. Giorgio Farabegoli e con la cortese autorizzazione del Presidente AMMI Sig. Franco Severi nonché dell’autrice Sig.ra Giulia Garompolo, pubblico con piacere questo singolare articolo che descrive l’organo idraulico di Villa d’Este a Roma. Ritengo infatti che lo strumento e la particolarità dell’argomento siano poco conosciuti e quindi estremamente interessanti per i musicisti e per gli appassionati.
A fine pagina troverete la scansione dell’omonimo articolo che è stato pubblicato sul N°2/2019 della rivista “L’antico Organetto” edita dall’ Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI).
Rivolgo i miei personali ringraziamenti alla Sig.ra Giulia Garompolo e agli amici Franco Severi e Giorgio Farabegoli.
Serafino Corno
Villa d’Este a Tivoli (RM) patrimonio mondiale UNESCO, nacque come dimora del Cardinale Ippolito d’Este (1479 – 1520) venne costruita per divertire ma soprattutto stupire i suoi invitati. Proprio a questo scopo spicca fra le fontane, quella dell’organo idraulico, inserita all’interno di un edificio dal profilo barocco.
Realizzato nel 1567 l’organo emetteva degli squilli di tromba e successivamente dallo stesso veniva eseguito un brano alla fine del quale c’era il cosiddetto diluvio: dai cornicioni della fontana una cascata d’acqua cadeva nella vasca sottostante e con altri giochi d’acqua si creava una nube d’acqua polverizzata che in alcune ore della giornata permetteva di osservare degli arcobaleni.
Il congegno, piuttosto complesso ma efficace, non si basava sulla pressione dell’acqua in un recipiente pieno d’aria; bensì su un flusso d’acqua che raggiungeva il terrazzo della fontana e veniva quindi introdotto in una piccola botte rettangolare dove si verificavano forti vortici.
Questa miscela di aria e di acqua discendeva in un tubo verticale e raggiungeva un vano stagno, detto camera eolia o camera del vento. In quel punto l’acqua andava contro una lastra in pietra, facendo salire l’aria nella parte alta del vano; l’acqua era quindi convogliata verso lo strumento, come nei carillons.
All’inizio del Seicento l’architettura e l’impianto idraulico della fontana subirono una modifica radicale, voluta dal successore del Cardinale Ippolito, il quale ne fece realizzare il disegno dall’architetto Pirro Ligorio.
In questa nuova versione venne eliminato il diluvio e aggiunta un’edicola a cupola con un altro organo. Anche tale strumento presentava delle innovazioni, per esempio gli automatismi si trovavano al di fuori della camera eolia, per preservarli meglio dalla corrosione; gli venne aggiunto un secondo registro con una tastiera per essere utilizzata manualmente da un organista; venne dotato di tre nuove sonate intercambiabili. L’organo risultava quindi migliorato rispetto alla precedente versione del 1567 – 1568, per quanto fosse stato semplificato.
Lo strumento nel tempo fu vittima del logorio causato dall’umidità e dalle variazioni climatiche alle quali era esposto senza alcuna protezione.
Nei primi anni 2000 si diede così inizio ai restauri dell’organo e l’incarico venne affidato a Rodney Briscoe, il quale avviò il restauro nel suo laboratorio di Norfolk nel New England, montando l’organo all’inizio del 2002.
Impossibile non citare poi l’importante contributo dato da Antonio Latanza, Direttore del Museo Nazionale degli strumenti musicali di Roma dal 1984 al 2011.
Purtroppo l’opera non avrebbe potuto riprendere in maniera fedele lo strumento originale, a causa delle diverse fasi attraversate da quest’ultimo.
Si è quindi mirato a ricostruire lo strumento con un progetto nuovo e non invasivo, nel rispetto dello schema tardo rinascimentale dell’organo.
Ai piedi delle canne si è ottenuta una pressione costante tra i 70 e i 75 mm di colonna d’acqua e la portata d’acqua è risultata essere di 30/35 litri al secondo.
Durante i restauri la camera eolia è stata dotata di una luce interna ed è stata posta una lastra di pietra con il compito di frangere il getto di aria e acqua.
Altra realizzazione, quella di una finestra, dalla quale si può osservare la lastra di pietra e il nuovo sistema di scarico, il quale stabilizza il livello dell’acqua nella camera eolia.
Nella sua realizzazione finale l’organo è in grado di suonare quattro brani musicali della durata circa di 59 – 65 secondi l’uno.
I cilindri, sono interamente metallici, realizzati in acciaio dolce inossidabile. Hanno 24 cm di diametro e una lunghezza di 130 cm, ruotano poi grazie all’energia che una caduta d’acqua somministra ad una ruota a pale ad essi connessa per mezzo di ingranaggi realizzati in acciaio inossidabile.
È stato fatto ogni sforzo possibile per reperire le sonate antiche, ma senza successo. In mancanza di fonti certe la scelta è ricaduta su composizioni del tardo Rinascimento e del primo Barocco, periodi in cui l’organo era in piena funzione.
Come lavori supplementari sono stati predisposti sistemi di condizionamento e deumidificazione dell’aria, per evitare problemi connessi all’umidità e al cambio di temperatura.
Tale sistema è inoltre utile per evitare l’ingresso di foglie, polvere e acqua piovana.
Sono stati inseriti quadri elettrici e timer per regolare le attività dell’organo e una videocamera fissa, munita di opportuna illuminazione, per riprendere l’organo in funzione, la quale permette ai turisti di ammirare il meccanismo in azione.
Complessivamente i risultati dei restauri, ripresi negli ultimi anni, sono stati considerati pienamente soddisfacenti, in particolar modo per quanto concerne la durata della pressione acqua – aria.
La Ditta Buccolini ha preso in manutenzione lo strumento dal 2003, anno di inaugurazione dell’organo, occupandosi del ripasso di tutta l’accordatura dello strumento che risultava imprecisa.
Nel 2015/2016 poi (a 12 anni dall’inaugurazione) si è resa necessaria, con l’intervento del Tecnico Francesco Caretta, una pulitura di tutte le condutture portanti l’acqua e della stessa camera eolica.
Fonti:
Buccolini Stefano, Descrizione del funzionamento dell’organo a canne sito nella Fontana dell’Organo di Villa d’Este Tivoli (RM), Roma , 2017
Patrizio Barbieri e Leonardo Lombardi, Il nuovo organo idraulico di Villa d’Este a Tivoli, www.patriziobarbieri.it, 2004
L’articolo pubblicato sul N°2/2019 della rivista “L’antico Organetto” edita dall’ Associazione Italiana di Musica Meccanica (AMMI).
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