Il caro amico Luca Scotti mostra come nasce una canna d’organo nel suo laboratorio di Crema

La ditta Scotti di Crema produce sin dal 1880 canne labiali di qualsiasi forma e tipo per organi a canne. L’attuale titolare, Luca Scotti, (Vedi Fig.1) rappresenta la quarta generazione della ditta che è attiva sul territorio nazionale e sul mercato estero da oltre 135 anni.

Luca Scotti Giovanni e Serafino Corno
Figura 1 – Una immagine con i due amici d’infanzia che si sono rivisti dopo più di 35 anni. Sulla sinistra l’autore di questo scritto e a destra il titolare della ditta Scotti: Luca Scotti Giovanni.

Gli organi a canne, come è risaputo, sono formati dalla macchina musicale e dalle canne. La macchina musicale è quell’insieme di componenti che nulla hanno a che vedere con il suono, poiché sono complementi alla formazione di quest’ultimo, mentre le canne sonore, costituite da tubi di varia foggia e misura, sono quella parte dell’organo dove si forma la vibrazione acustica che produce, per mezzo del nostro orecchio, la sensazione uditiva: il suono.

Luca Scotti è un mio caro amico che conosco sin dall’infanzia; ricordo ancora, quando da bambino, mio padre Alessandro mi portava con sé a Crema dall’allora titolare Giuseppe Scotti (padre di Luca); era sempre una grande allegria e motivo di incontrarsi per scambiarsi le ultime novità (Vedi Fig.2).

Fig.2-FOTO-NONNO1-GiuseppeScotti
Figura 2 – Ritratto di Giuseppe Scotti (1915- 1986) in un disegno a carboncino.

Mio padre è un organaro che ha imparato quest’arte lavorando presso la prestigiosa “Fabbrica d’organi Fratelli Aletti di Monza”, fondata nel 1849 da Carlo Aletti. Nell’anno 1947 purtroppo la ditta Aletti chiude i battenti ma mio padre, ritirando una parte delle attrezzature e dei macchinari, prosegue in proprio l’attività fondando la “Fabbrica d’organi Alessandro Corno” che è tutt’ora attiva nel campo organario (Vedi Fig.3).

La ditta Corno al completo; da sinistra Alessandro Corno, Donato Corno e Antonio Corno.
Figura 3 – La ditta Corno al completo; da sinistra Alessandro Corno, Donato Corno e Antonio Corno.

I viaggi di mio padre a Crema dal Giuseppe Scotti venivano ovviamente effettuati per ritirare le canne appena fabbricate, da collocare in questo o in quell’organo in fase di costruzione o di restauro. Quando penso a quei periodi mi pare ancora di vederli quando nelle discussioni sui diversi problemi se le raccontavano allegramente da vecchi amici; era veramente un divertimento per me che ero piccolo sentirli parlare: mio padre Alessandro in brianzolo e invece il Giuseppe in uno “pseudo bergamasco”! Era veramente divertente; mi sono sempre chiesto come facessero a capirsi visto che parlavano, in un certo, senso due lingue simili: il dialetto, mentre le due lingue divergevano completamente per la diversa cadenza e la pronuncia. La mia prima conoscenza con il figlio di Giuseppe: Luca Scotti, si è proprio verificata in questo modo come pure quella di mio padre; solo che noi, da bambini quali eravamo, invece di raccontarcele, giocavamo nel cortile della casa paterna; dove c’era la vecchia sede delle ditta Scotti. Il laboratorio dove il padre Giuseppe esercitava la sua arte era infatti stato ricavato in un ampio spazio sotto l’abitazione dove lo stesso Luca Scotti si recava giornalmente con il padre, per imparare gradualmente la tecnica e perizia per costruire le canne: l’arte del cannifonista. La scomparsa prematura del padre Giuseppe scosse molto i familiari e il figlio Luca mettendolo di fronte alla dura realtà della vita e anche agli infiniti problemi di dover mandare avanti da solo la ditta che il padre aveva caparbiamente saputo mantenere attiva negli anni, raggiungendo anche importanti risultati internazionali. Rispetto a questo funesto avvenimento, ricordo ancora che, quando mio padre apprese la dolorosa notizia della morte del suo caro amico Giuseppe, ne rimase rattristato e molto provato. La gioventù purtroppo passa e con essa anche gli anni; ognuno ha i suoi piccoli-grandi problemi esistenziali per cui ci siamo persi di vista. Erano però da molti anni che desideravo rivedere l’amico d’infanzia e visitare anche la nuova sede di Via Everest, sempre a Crema, dove ha trasferito l’attività dal 1999. L’occasione di rivederci è capitata recentemente; da qualche tempo erano infatti intervenuti i primi contatti per mezzo della posta elettronica; successivamente, dopo qualche telefonata, ci siamo accordati per incontrarci il giorno 18 giugno 2016, presso la già citata sede di via Everest. Al nostro arrivo l’accoglienza presso la nuova sede è stata cordiale, calorosa ed ineccepibile. Ad aspettarci c’erano oltre al dinamico Luca anche la moglie Carmen Sali la sorella Gabriella Sali che, con una squisita cordialità hanno fatto gli “onori di capannone”, offrendo agli “arrivati dalla Brianza” un ottimo caffè. Al gruppo brianzolo, composto dai miei familiari e dal sottoscritto, si erano uniti anche il carissimo Prof. Guido Marchetti laureato in scienze politiche nonché docente di Discipline Giuridiche ed Economiche presso gli Istituti Statali e la Sig.ra Giusi Spezzaferri Assessore alla cultura della città di Merate (LC) (Vedi Fig. 4 – 5).

Guido Marchetti e Luca Scotti
Figura 4 – Il professor Guido Marchetti e Luca Scotti che discutono con simpatia sulle varie problematiche che si possono incontrare nella produzione di canne per organi.
La Sig.ra Giusi Spezzaferri, attuale assessore alla cultura della città di Merate, è alle prese con la gentile accoglienza che Luca Scotti ha riservato a ciascuno dei presenti.
Figura 5 – La Sig.ra Giusi Spezzaferri, attuale assessore alla cultura della città di Merate, è alle prese con la gentile accoglienza che Luca Scotti ha riservato a ciascuno dei presenti.

Per l’avvenimento Luca ha organizzato, oltre alla preparazione della fusione, anche la dimostrazione di come si forma una lastra, di come la si tornisce ecc. ecc. sino ad arrivare alla costruzione finita di una canna d’organo; insomma, il Luca Scotti con le sue maestranze ha mostrato a quanti erano presenti l’intero processo produttivo delle canne d’organo (Vedi dalla Fig.6 alla Fig.25).

I presenti sono rimasti molto sorpresi delle numerose operazioni, tutte di natura manuale, che, con fatica e sapienza artigiana, devono essere effettuate per arrivare al risultato finale.

Il momento di colata della lega di stagno-piombo nel particolare cassetto utilizzato
Figura 6 – Il momento di colata della lega di stagno-piombo nel particolare cassetto utilizzato per gettare le lastre.
Facendo scorrere il cassetto sopra l’apposito banco di gettata si forma la lastra che, una volta fredda, sarà posizionata nel tornio “a botte”, per ricavare lo spessore voluto.
Figura 7 – Facendo scorrere il cassetto sopra l’apposito banco di gettata si forma la lastra che, una volta fredda, sarà posizionata nel tornio “a botte”, per ricavare lo spessore voluto.
Il tornio “a botte” con la lastra montata pronta per la prima passata di sgrossatura. Questo tipo di tornio è molto particolare e anche molto raro da rintracciare nelle officine; viene utilizzato per portare allo spessore voluto la lastra in lega di Fig.7. Sulla sinistra del grande cilindro si può osservare la parte iniziale appena lavorata (è la parte lucente).
Figura 8 – Il tornio “a botte” con la lastra montata pronta per la prima passata di sgrossatura. Questo tipo di tornio è molto particolare e anche molto raro da rintracciare nelle officine; viene utilizzato per portare allo spessore voluto la lastra in lega di Fig.7. Sulla sinistra del grande cilindro si può osservare la parte iniziale appena lavorata (è la parte lucente).
La lastra dopo la passata di finitura. Come si può osservare dall’immagine, la seconda passata rende la lastra perfettamente liscia perché la tornitura viene effettuata con un utensile speciale lubrificato con olio da rettifica.
Figura 9 – La lastra dopo la passata di finitura. Come si può osservare dall’immagine, la seconda passata rende la lastra perfettamente liscia perché la tornitura viene effettuata con un utensile speciale lubrificato con olio da rettifica.
Particolare della lavorazione durante la passata di finitura.
Figura 10 – Particolare della lavorazione durante la passata di finitura.
Scotti Luca spiega ai presenti come si ottengono le dimensioni esatte di taglio per una canna labiale con piede conico e corpo cilindrico.
Figura 11 – Scotti Luca spiega ai presenti come si ottengono le dimensioni esatte di taglio per una canna labiale con piede conico e corpo cilindrico.
Prima fase di costruzione di una canna d’organo: tracciatura del corpo e del piede.
Figura 12 – Prima fase di costruzione di una canna d’organo: tracciatura del corpo e del piede.
Dopo avere tagliato nella misura voluta le parti necessarie, possiamo osservare sul banco da lavoro le lastre del corpo e del piede ultimate.
Figura 13 – Dopo avere tagliato nella misura voluta le parti necessarie, possiamo osservare sul banco da lavoro le lastre del corpo e del piede ultimate.
La formazione del piede è ottenuta con apposite forme coniche in acciaio. La successiva fase di battitura della lastra in metallo, così conformata, serve per rendere la lastra perfettamente circolare.
Figura 14 – La formazione del piede è ottenuta con apposite forme coniche in acciaio. La successiva fase di battitura della lastra in metallo, così conformata, serve per rendere la lastra perfettamente circolare.
Anche la formazione del corpo viene effettuata con la stessa lavorazione prevista per il piede. Ovviamente la forma in acciaio non è più conica ma cilindrica.
Figura 15 – Anche la formazione del corpo viene effettuata con la stessa lavorazione prevista per il piede. Ovviamente la forma in acciaio non è più conica ma cilindrica.
Saldatura con lega di stagno-piombo del piede della canna.
Figura 16 – Saldatura con lega di stagno-piombo del piede della canna.
Saldatura con lega di stagno-piombo del corpo della canna.
Figura 17 – Saldatura con lega di stagno-piombo del corpo della canna.
Saldatura dell’anima al piede.
Figura 18 – Saldatura dell’anima al piede.
Aggiustaggio manuale a lima del necessario smusso di saldatura per l’unione definitiva del piede al corpo della canna.
Figura 19- Aggiustaggio manuale a lima del necessario smusso di saldatura per l’unione definitiva del piede al corpo della canna.
L’ultima fase di saldatura della canna è quella che unisce il piede e il corpo.
Figura 20 – L’ultima fase di saldatura della canna è quella che unisce il piede e il corpo.
La misura dell’altezza della bocca ha numerose variabili che influiscono, in modo significativo, sul suono di una canna d’organo. Tra queste variabili riveste importanza fondamentale la larghezza della bocca poiché è proprio da quest’ultima che si deduce la misura esatta dell’altezza. In questa immagine possiamo osservare la tracciatura dell’altezza della bocca con uno speciale “compasso proporzionale” che, rilevando da un lato la misura della larghezza, dall’altro restituisce la misura corretta con una proporzione impostabile manualmente da un cursore centrale.
Figura 21 – La misura dell’altezza della bocca ha numerose variabili che influiscono, in modo significativo, sul suono di una canna d’organo. Tra queste variabili riveste importanza fondamentale la larghezza della bocca poiché è proprio da quest’ultima che si deduce la misura esatta dell’altezza. In questa immagine possiamo osservare la tracciatura dell’altezza della bocca con uno speciale “compasso proporzionale” che, rilevando da un lato la misura della larghezza, dall’altro restituisce la misura corretta con una proporzione impostabile manualmente da un cursore centrale.
La delicata incisione di apertura della bocca con un particolare coltello dalla lama molto sottile e affilatissima. L’operazione viene completata in qualche minuto.
Figura 22 – La delicata incisione di apertura della bocca con un particolare coltello dalla lama molto sottile e affilatissima. L’operazione viene completata in qualche minuto.
Dopo la formazione della bocca la canna viene intonata e posizionata nell’organo-prova, per effettuare una prima accordatura. Segnalo a quanti non ne sono già informati che intonazione e accordatura sono due operazioni completamente diverse. Nella prima: (l’intonazione) si lavora sulla “qualità” del suono, mentre nella seconda: (l’accordatura) si determina l’altezza del suono nei vari intervalli musicali.
Figura 23 – Dopo la formazione della bocca la canna viene intonata e posizionata nell’organo-prova, per effettuare una prima accordatura. Segnalo a quanti non ne sono già informati che intonazione e accordatura sono due operazioni completamente diverse. Nella prima: (l’intonazione) si lavora sulla “qualità” del suono, mentre nella seconda: (l’accordatura) si determina l’altezza del suono nei vari intervalli musicali.
Il taglio della parte superiore del corpo viene ripetuto, in successive fasi, sino al raggiungimento della corretta accordatura.
Figura 24 – Il taglio della parte superiore del corpo viene ripetuto, in successive fasi, sino al raggiungimento della corretta accordatura.
L’espressione soddisfatta di Luca Scotti che tiene nelle mani il frutto appena ultimato della sua arte.
Figura 25 – L’espressione soddisfatta di Luca Scotti che tiene nelle mani il frutto appena ultimato della sua arte. L’arte realizzata dalla quarta generazione di una famiglia di cannifonisti.

Ultimata la visita guidata tecnico-dimostrativa, la direzione ha offerto un sontuoso rinfresco che è stato molto apprezzato dai presenti. Nel tardo pomeriggio abbiamo lasciato la sede produttiva della Scotti (Vedi Fig. 26) per recarci a visitare il museo di organaria inaugurato lo scorso anno.

La foto ricordo del “gruppo Brianzolo” presso la ditta Scotti; da sinistra Serafino Corno, la moglie di Luca Scotti Sig.ra Carmen Sali l’Assessore Sig.ra Giusi Spezzaferri, Luca Scotti, il prof. Guido Marchetti e Donato Corno.
Figura 26 – La foto ricordo del “gruppo Brianzolo” presso la ditta Scotti; da sinistra Serafino Corno, la moglie di Luca Scotti Sig.ra Carmen Sali l’Assessore Sig.ra Giusi Spezzaferri, Luca Scotti, il prof. Guido Marchetti e Donato Corno.

Il direttore Sig. Sebastiano Guerini anch’egli presente all’appuntamento da Scotti, molto gentilmente ci ha accompagnati in città, aprendo appositamente la sede per la nostra visita! (Vedi Fig. 27).

L’ingresso del museo di organaria della città di Crema.
Figura 27 – L’ingresso del museo di organaria della città di Crema.

Dopo l’apertura della porta di accesso ai locali del museo, tutti i presenti hanno potuto ammirare una enorme canna di metallo da 32 piedi, realizzata ovviamente dalla ditta Scotti per ricordare la celebrazione dell’apertura del museo, avvenuta il 9-5-2015 anno in cui la omonima ditta Scotti ha celebrato il 135° anno di attività nel settore cannifonistico (Vedi Fig. 28 – 29).

Luca Scotti e la grande canna da 32 piedi realizzata nella sua ditta per il museo di arte organaria della città di Crema.
Figura 28 – Luca Scotti e la grande canna da 32 piedi realizzata nella sua ditta per il museo di arte organaria della città di Crema.
La targa applicata alla canna di Fig. 28 che ricorda il 135° anniversario di fondazione della ditta Scotti (1880 – 2015) e l’inaugurazione del museo di Crema avvenuto il 9 maggio 2015.
Figura 29 – La targa applicata alla canna di Fig. 28 che ricorda il 135° anniversario di fondazione della ditta Scotti (1880 – 2015) e l’inaugurazione del museo di Crema avvenuto il 9 maggio 2015.

Il direttore, accompagnandoci personalmente presso ogni pezzo esposto, ha spiegato con chiarezza e competenza quali fossero le funzioni, completando le spiegazioni con la storia di come è stato costituito il recente museo (Vedi Fig.30).

Il direttore del museo di organaria di Crema Sig. Sebastiano Guerini spiega con entusiasmo il funzionamento di un antico somiere a vento; il prof. Marchetti e la Sig.ra Spezzaferri seguono interessati.
Figura 30 – Il direttore del museo di organaria di Crema Sig. Sebastiano Guerini spiega con entusiasmo il funzionamento di un antico somiere a vento; il prof. Marchetti e la Sig.ra Spezzaferri seguono interessati.

Fra i vari pezzi storici esposti, mi preme segnalare, la presenza di una particolare modernità molto interessante, realizzata appositamente per spiegare agli alunni delle scuole il funzionamento dell’organo a canne. Si tratta di un “organo interattivo” a funzionamento elettronico, dotato di due tastiere, pedaliera e registri; ovviamente non ha canne ma è costituito da un grande monitor e da un programma particolare (in pratica è un PC) che, ad ogni pressione di un comando della consolle, attiva un risponditore automatico che spiega il funzionamento dell’organo a canne nei minimi dettagli (Vedi Fig. 31)

La Sig.ra Spezzaferri e il Prof. Marchetti osservano attentamente il funzionamento.
Figura 31 – La Sig.ra Spezzaferri e il Prof. Marchetti osservano attentamente il funzionamento.

Ultimato anche questo appuntamento, siamo ritornati nel nostro “terreno di Brianza”, portando a casa un’esperienza unica che difficilmente potremo dimenticare e che auspico possiate un giorno provare anche voi lettori.